Kindred Group lascia la Germania il 1 luglio a causa delle varie restrizioni poste sul mercato e delle tempistiche richieste per il rilascio della licenza.
Il gruppo, che recentemente è diventato partner ufficiale dell’Ajax con il marchio Unibet, dice che lasciare la Germania è una scelta difficile ma allo stesso tempo necessaria.
Ma vediamo subito questa decisione presa da Kindred più nel dettaglio in questo articolo dei nostri esperti di settore.
Indice
Le norme del mercato tedesco che hanno portato a questa decisione
Nel mercato regolamentato del gioco tedesco sono state inserite delle norme che hanno rallentato i processi di rilascio delle licenze e che lo hanno reso non sostenibile per Kindred, la quale ha quindi deciso che con il 1 luglio lascia la Germania.
Tra le varie normative che hanno influenzato la decisione del colosso dell’iGaming c’è ad esempio il limite di puntata impostato a 1€ per le slot machine online e un limite massimo di perdita di 1000€ per i giocatori.
Poi, nonostante vari operatori e associazioni dell’industria abbiano criticato questa scelta, il governo tedesco ha scelto di applicare una tassa del 5,3% sul fatturato derivante dalle slot machine e dalle scommesse sportive.
Il programma di Kindred che lascia la Germania
Kindred Group lascia la Germania il 1 luglio nonostante avesse già applicato per la licenza ancora nel 2020.
Già da inizio giugno il gruppo ha bloccato le iscrizioni dei nuovi giocatori, e i depositi sui conti già esistenti, sul sito del suo operatore UniBet.
Fino all’ultimo giorno di giugno ha permesso ai giocatori di utilizzare il sito e ritirare i soldi dai propri conti, ma il tutto si è concluso con l’1 luglio.
Le dichiarazioni di Kindred che lascia la Germania
Kindred che lascia la Germania ha detto: “La nostra direzione strategica a lungo termine prevede che i mercati regolamentati a livello locale siano il motore principale della nostra crescita, ma le procedure di richiesta delle licenze, le condizioni di licenza e l’ambiente normativo devono essere trasparenti, sostenibili e finanziariamente validi affinché un mercato sia competitivo”.
E hanno poi aggiunto: “Al momento non vediamo le basi per un valore a lungo termine per gli azionisti e per l’esperienza dei clienti”.
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