Con un occhio puntato sul modello di sponsorship che è usato in UK, la Serie A italiana chiede di modificare il Decreto Dignità che impedisce la pubblicità gioco d’azzardo.
Con un occhio puntato sul modello di sponsorship che è usato in UK, la Serie A italiana chiede di modificare il Decreto Dignità che impedisce la pubblicità gioco d’azzardo.
Non si fermano le polemiche attorno al divieto pubblicità gioco d’azzardo. Nelle ultime settimane abbiamo assistito alla richiesta dell’Agcom di tenere d’occhio le pubblicità sul gioco, viste le ultime violazioni registrate. E ora giunge la notizia di un tipo di richiesta completamente opposta, che viene sollevata dalla Serie A di calcio.
Le società calcistiche chiedono di rivedere il veto di pubblicità gioco d’azzardo (e sponsorizzazione ovviamente) che è stato introdotto con il Decreto Dignità. In questo modo le squadre potrebbero nuovamente trovare sponsor all’interno dell’industria del gambling e delle betting sportive. Ciò aiuterebbe a incassare una percentuale importante di introiti che sono generati dal calcio.
Era l’estate 2019 quando entrò in vigore il Decreto Dignità, un progetto nato con il Movimento Cinque Stelle. Il suo obiettivo era quello di vietare la promozione anche indiretta di giochi o scommesse con vincite di denaro. Una scelta importante, soprattutto per le perdite che ha generato nelle tasche delle società. Le squadre coinvolte hanno perso circa 100 milioni a stagione, non pochi se pensiamo che i team che avevano un accordo commerciale attivo in quel momento erano una quindicina.
La richiesta della Serie A è arrivata direttamente al Ministro dello Sport, Andrea Abodi, che negli ultimi mesi aveva già parlato dei proventi delle scommesse rispetto allo sport. Con grande probabilità il discorso legato al divieto pubblicità gioco d’azzardo sarà discusso durante una riunione al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Così si potrà valutare il miglior modo e le soluzioni ideali da seguire per poter agire, chiamando in causa anche i rappresentati del mondo del calcio e del betting.
L’ipotesi più quotata, ma ovviamente ancora da valutare a fondo, è la possibilità di prevedere una sponsorizzazione sulla maglia e sui LED dello stadio, dove esporre così il logo dell’operatore. Ma la pubblicità gioco d’azzardo sarebbe invece vietata e quindi non usata per spot pubblicitari e le iniziative di marketing. Questo tipo di progetto non è completamente nuovo, ma ha radici ben fondate. Il calcio italiano infatti si ispira al modello inglese, direttamente alla Premier League con i suoi club più famosi.
In terra inglese è presente un divieto pubblicità gioco d’azzardo che impedisce ai club di avere come sponsor principale un operatore di casinò online o bookmaker di betting. Nonostante ciò questi sponsor possono restare esposti sia nel LED dello stadio che sulle magliette ufficiali dei calciatori.
Parliamo di squadre come l’Aston Villa che ha un accordo con BK8, oppure l’Everton con Stake.com, e ancora il West Ham con Betway, giusto per citare alcuni club. Per questi team, gli accordi annuali prevedono qualcosa come oltre 80 milioni nelle casse del club. Una scelta che potrebbe sicuramente far respirare le società di calcio italiane.
Il discorso è simile anche nel resto d’Europa:
Una cosa è certa: nelle prossime settimane torneremo sicuramente a parlare di questo tema, con o senza novità ufficiali da parte degli organi competenti.
Gianpaolo è un esperto in sicurezza nei casinò online, di metodi di pagamento, certificazioni AAMS, scams online, oltreché privacy del giocatore.