Pubblicità gioco d’azzardo: le conseguenze a 5 anni dal divieto

Secondo Riccardo Ventura, presidente del Casinò di Venezia, e altri imprenditori del settore sportivo, le conseguenze del Decreto dignità, che ha vietato ogni forma di pubblicità del gioco d’azzardo, sono non troppo positive.

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Era il 2018 quando il Decreto Dignità entrò in vigore nel nostro Paese, attraverso una legge che ha poi portato al divieto assoluto di ogni forma di pubblicità gioco d’azzardo.

L’idea del governo Conte (al tempo sostenuto dall’alleanza tra Movimento 5 stelle e Lega) era di poter fare un po’ di ordine. Prima di tutto cercando di contrastare i disturbi dei giocatori, tutelando anche le categorie di persone più vulnerabili, come i minorenni e gli anziani.

Ma invece di dare risposte concrete e utili per l’intero settore del gioco d’azzardo, pare proprio che non siano state considerate le diversità del gioco in Italia. A parlare di questo concetto è Riccardo Ventura, che è il presidente del Casinò di Venezia. Ventura è diventato il nuovo presidente del Casinò di Venezia nel luglio scorso, in seguito alle dimissioni di Gianluca Forcolin.

Il presidente del Casinò di Venezia vs il divieto pubblicità gioco d’azzardo

Come ha spiegato il presidente, in seguito all’introduzione della legge, le Case da gioco italiane, sia fisiche che virtuali, sono subito corse ai ripari. O meglio, si sono subito messe al lavoro per adeguarsi ai nuovi requisiti previsti dalla legge. E anche se gli effetti di questo divieto dovranno essere considerati nel lungo periodo, sembra chiaro a molti che vi siano forti lacune.

Prima di tutto perché la pubblicità gioco d’azzardo non garantisce con certezza l’arrivo di nuovi giocatori o di un nuovo pubblico in modo automatico nei casinò fisici e online. Ragionare in questo modo significa, come sostiene lo stesso Ventura, “non comprendere le dinamiche particolari del settore”

La bellezza dei casinò e del mondo del gioco d’azzardo sta proprio nella sua unicità, che rende impossibile metterlo a confronto con altri settori.

Dopo 5 anni il divieto è servito davvero?

La domanda sorge spontanea. Le polemiche attorno a questo argomento non si sono mai placate. Anzi, ha chiamato in causa non solo operatori e presidenti di piattaforme e sale da gioco, ma anche dirigenti sportivi. 

Il motivo delle polemiche? Vietare le pubblicità gioco d’azzardo non fa altro che favorire il gioco illegale, oltre a causare perdite importanti per diverse società di Serie A che hanno dovuto rinunciare a importanti sponsorizzazioni

I dati hanno confermato che negli ultimi anni, il Decreto dignità ha messo in netta crisi l’intero sistema calcistico durante il periodo della pandemia. Perdere sponsor ha portato alla perdita di ricavi, un vero danno se si considera che il mondo dello sport è stato fermo per molti mesi.

Ci sono speranze di un cambio rotta o di un ripensamento? Come fa notare lo stesso Ventura tale decisione non è prevedibile. Ma come ricorda il presidente del Casinò veneziano, in Italia il livello di controllo del gioco d’azzardo è molto alto, grazie al lavoro svolto dall’ADM.

Se dovessero essere allentate le restrizioni, la speranza è che la gestione delle attività principali resti in mano pubblica, per garantire una condizione di equilibrio.

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