L’ente regolatore dei Paesi Bassi, conosciuto anche come KSA (Kansspelautoriteit), spinge per introdurre limiti di spesa nel gioco d’azzardo.
A richiederlo al governo del paese è stato René Jansen, il presidente del KSA, in data 7 settembre alla conferenza dell’Associazione Europea per lo Studio del Gioco d’Azzardo (EASG).
Ma andiamo a scoprire il motivo di questa richiesta del KSA in questo articolo a cura dei nostri esperti e professionisti di settore.
Indice
Cos’è il KSA che ora spinge per limiti di spesa nei Paesi Bassi?
Il KSA, o Kansspelautoriteit, che spinge per dei nuovi limiti di spesa è l’ente che regola il gioco d’azzardo e le scommesse nei Paesi Bassi.
Oltre a regolare quelli che sono gli operatori, l’ente si occupa anche della protezione dei giocatori e, tramite il suo sito, offre agli utenti sistemi di controllo sugli operatori.
Si tratta di un ente indipendente, ovvero che non dipende direttamente dal governo ma che, in ogni caso, deve chiedere il supporto del governo del paese nel momento in cui vuole implementare nuovi regolamenti o leggi.
Perché il KSA spinge per questi limiti di spesa?
I motivi per cui il KSA spinge, tramite il suo presidente, per nuovi limiti di spesa nel gioco d’azzardo è semplice.
Quasi tutti gli altri paesi con mercati regolamentati hanno delle leggi che normano i depositi sui conti gioco degli utenti e che, in buona parte dei casi, forzano i giocatori a non depositare più di una certa somma in un determinato periodo di tempo.
I Paesi Bassi, però, anche perché sono un mercato che è solamente recentemente stato regolamentato, non hanno ancora questo tipo di normativa, come d’altronde fino a qualche mese fa non aveva molti controlli sull’autoesclusione.
Le dichiarazioni
Per il KSA che spinge per nuovi limiti di spesa sui conti gioco ha parlato il presidente, René Jansen.
Queste le sue parole: “Mi chiedo sempre più spesso se, con l’attuale interpretazione del dovere di diligenza, offriamo una protezione e una sicurezza sufficienti ai giocatori. Inoltre, vedo che il comportamento dei fornitori di gioco d’azzardo lascia ancora molto a desiderare “, ha dichiarato Jansen.
“Inasprire l’obbligo di diligenza non è quindi un lusso inutile e possiamo imparare da altri Paesi, ma la scelta finale spetta al legislatore.”, ha poi concluso.
Davide è un esperto nell’industria dell’online gambling e delle reputazioni dei brand, conosce bene le strategie di business e le finanze dei vari bookmakers.