Football Index non è uno schema Ponzi, o per lo meno la Gambling Commission dichiara che Football Index non funziona con schema Ponzi.
Infatti l’amministratore delegato ad interim della Gambling Commission inglese, Andrew Rhodes, ha pubblicato un post dove risponde alle domande più comuni che i consumatori hanno sul crollo d’inizio anno di BetIndex, che è l’operatore del marchio di scommesse Football Index.
Ricordiamo, tra le altre cose, che la Gambling Commission mesi fa ha visto il CEO Neil Mc Arthur dare le dimissioni.
Indice
Football Index non è uno schema Ponzi, ma perché il post di Rhodes?
Rhodes, come prima cosa, ha specificato che Football Index non è uno schema Ponzi, come riscontrato anche dal controllo fatto dal DCMS (Dipartimento della coltura digitale, dei mezzi e dello sport).
Inoltre, non solo la Gambling Commission dichiara che Football Index non funziona come uno schema Ponzi, ma anche che non c’era nulla nel modello operativo di Football Index al momento della concessione della licenza, oltre al funzionamento con un solo prodotto, che lo rendesse diverso da altri operatori.
Poi, sempre Rhodes, nel post ha detto che il suo obbiettivo è quello di chiarire qualsiasi fraintendimento sulle azioni della Gambling Commission e di rispondere alle domande riguardanti il marchio.
Gli errori di Football Index
Football Index non è uno schema Ponzi, come detto dalla Gambling Commission, ma ha comunque commesso degli errori che lo hanno portato al crollo d’inizio anno.
Come indicato nella sua valutazione finanziaria d’inizio 2020, il marchio era in grado di coprire le sue passività in dividendi delle scommesse per almeno 12 mesi in contanti, e potenzialmente per tre anni facendo riduzioni nelle spese aziendali generali. Non aveva quindi bisogno di nuovi clienti per soddisfare i suoi obblighi, e non stava nemmeno operando come uno schema Ponzi.
Però, durante la pandemia di Coronavirus, senza notificare la Gambling Commission come da suoi obblighi, ha fatto due cose che hanno portato ad un veloce esaurimento delle riserve finanziarie.
In primis, ha aumentato i dividendi ai clienti del 50% e poi, quando ha sentito aria d’insoddisfazione tra gli utenti, li ha aumentati al 100%. Così facendo si è ridotta la protezione a lungo termine per i clienti. Successivamente ha anche cambiato i suoi requisiti di tenuta di cassa a solo un mese, dai 12 mesi previsti di dividendi.
Così facendo BetIndex ha praticamente raddoppiato la velocità con cui stava pagando denaro, ma allo stesso tempo non stava reclutando abbastanza nuovi clienti per compensare i pagamenti stessi. Il che ha portato al suo collasso.
Anche la Gambling Commission dichiara che Football Index non è uno schema Ponzi
La Gambling Commission dichiara che Football Index non funziona con schema Ponzi, ma che se fosse stata messa al corrente delle azioni della società, la sospensione della licenza sarebbe arrivata molto prima.
Inoltre, la Gambling Commission che dichiara che Football Index non è uno schema Ponzi, per difendersi dice di non sorvegliare gli affari degli operatori di gioco d’azzardo su base giornaliera, o di controllarne la salute finanziaria direttamente in tempo reale. E, oltretutto, dichiara che non possono offrire, e non hanno potere legale per farlo, un risarcimento dei soldi persi.
Poi, per concludere hanno anche detto che loro non concedono licenze per un prodotto che non capiscono. BetIndex ha offerto funzionalità, come la vendita di scommesse tra utenti, la funzione Instant Sell e Market Maker, che non erano incluse nei termini della sua licenza.
E, hanno aggiunto, che il motivo per cui i clienti non sono stati avvisati prima delle indagini in corso è che non possono parlare di casi individuali o aziende che sono sotto inchiesta.
Davide è un esperto nell’industria dell’online gambling e delle reputazioni dei brand, conosce bene le strategie di business e le finanze dei vari bookmakers.